Questa nota presenta le proiezioni macroeconomiche per l’Italia nel triennio 2024-26 elaborate dagli esperti della Banca d’Italia nell’ambito dell’esercizio coordinato dell’Eurosistema. Le proiezioni per l’area dell’euro sono state rese note sul sito internet della BCE il 6 giugno. I principali risultati sono i seguenti.
- Il PIL dell’Italia aumenterebbe dello 0,6 per cento nel 2024, dello 0,9 per cento nel 2025 e dell’1,1 nel 2026; senza considerare la correzione per le giornate lavorative la crescita sarebbe dello 0,8 per cento nel 2024 e nel 2025 e dell’1,2 nel 2026. L’attività beneficerebbe dell’accelerazione della domanda estera e della ripresa del reddito disponibile ma gli effetti di condizioni di finanziamento ancora restrittive e della riduzione degli incentivi all’edilizia residenziale peserebbero sugli investimenti.
- L’inflazione sarebbe pari all’1,1 per cento nel 2024 e a poco più dell’1,5 per cento in media nel successivo biennio. Al netto ridimensionamento rispetto allo scorso anno contribuirebbe soprattutto la moderazione dei prezzi dell’energia e dei prodotti intermedi. Gli effetti dell’accelerazione delle retribuzioni verrebbero assorbiti dai margini di profitto e dall’andamento moderato dei prezzi delle importazioni.
Le proiezioni, come concordato nell’ambito dell’esercizio, sono basate sulle informazioni disponibili al 15 maggio per la formulazione delle ipotesi tecniche e al 22 maggio per i dati congiunturali1. Lo scenario presuppone che l’incertezza geo-politica e le connesse tensioni sui mercati finanziari internazionali, pur elevate, non si acuiscano. Si ipotizza che la domanda potenziale nei principali mercati di destinazione delle esportazioni italiane torni a espandersi nel triennio, di circa il 2,5 per cento in media all’anno. Sulla base dei contratti futures, i prezzi delle materie prime energetiche si ridurrebbero gradualmente nell’orizzonte previsivo. I costi di finanziamento per imprese e famiglie rimarrebbero elevati nell’anno in corso per ridursi gradualmente nel prossimo biennio. Si stima che la crescita del prodotto rimanga moderata nel corso di quest’anno e acquisisca maggior vigore a partire dalla seconda metà del 2025, grazie alla ripresa del reddito disponibile e della domanda estera. In media d’anno il PIL aumenterebbe dello 0,6 per cento nel 2024, dello 0,9 nel 2025 e dell’1,1 nel 2026 (Tav. 1 e fig.1). Rispetto alle proiezioni pubblicate in aprile, la crescita del PIL è invariata quest’anno e più bassa di un decimo di punto sia nel 2025 sia nel 2026 principalmente per via delle ipotesi, desunte dai mercati, di tassi di interesse lievemente più elevati.
I consumi, dopo la battuta d’arresto alla fine del 2023, tornerebbero a crescere dall’anno in corso, sostenuti dal recupero del potere d’acquisto delle famiglie. Gli investimenti rallenterebbero marcatamente, frenati dagli elevati costi di finanziamento e dal forte ridimensionamento degli incentivi alla riqualificazione delle abitazioni. Questi fattori, in particolare l’ultimo, comporterebbero una marcata contrazione degli investimenti in costruzioni, che verrebbe solo in parte attenuata dall’aumento della spesa per infrastrutture prevista nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Le misure di incentivo agli investimenti privati previste dal PNRR contribuirebbero inoltre a sostenere la dinamica della componente in beni strumentali, che continuerebbe a espandersi per tutto il triennio.
Fonte – Pubblicazioni Banca D’Italia –