L’EVOLUZIONE DEI RAPPORTI DI LAVORO ALLE DIPENDENZE
– Rallenta l’occupazione dipendente
In maggio e in giugno la domanda di lavoro nel settore privato non agricolo ha continuato a
espandersi, seppure a ritmi lievemente meno sostenuti rispetto ai primi quattro mesi dell’anno (fig. 1):
al netto dei fattori stagionali, in questi due mesi sono state create poco meno di 75.000 posizioni
lavorative, a fronte di circa 100.000 in ciascuno dei due bimestri precedenti (tav. 1). Nonostante il
rallentamento, nel primo semestre dell’anno le attivazioni nette sono state superiori del 15 per cento
rispetto allo stesso periodo del 2022, del 55 per cento nel confronto con la seconda metà del 2022.
–Si indebolisce la crescita dell’occupazione nel turismo, dopo un quadrimestre particolarmente
favorevole
Dopo il forte aumento dei primi quattro mesi dell’anno, dovuto alla dinamica positiva dei flussi
turistici1
, in maggio e in giugno la domanda di lavoro nel turismo ha rallentato: 20.000 attivazioni
nette, contro 38.000 nel bimestre marzo-aprile e 30.000 in quello gennaio-febbraio (fig. 2 e tav.
2; cfr. il riquadro: La stagionalità del settore del turismo, in Il mercato del lavoro: dati e analisi,
novembre 2022).
In maggio e in giugno la crescita dell’occupazione dipendente si è indebolita anche nel
commercio, seppure meno intensamente, mentre è rimasta sostanzialmente stabile negli altri
servizi e nell’industria in senso stretto. In quest’ultimo comparto è proseguita la ripresa dei settori
manifatturieri a maggiore intensità energetica2
, che hanno continuato a beneficiare del calo dei
prezzi dell’energia (fig. 3). Nelle costruzioni l’occupazione è salita più che nei primi mesi del 2023.
–Il rallentamento è più marcato per i contratti a termine
Nel bimestre maggio-giugno la crescita dell’occupazione dipendente è stata più contenuta
sia nella componente permanente (65.000 attivazioni nette, a fronte di 73.000 nel periodo
marzo-aprile; fig. 4) sia, in misura maggiore, in quella a termine (15.000 nuove posizioni, la
metà rispetto ai due mesi precedenti). La minore espansione dei contratti a tempo determinato
ha risentito soprattutto dell’andamento del comparto turistico, dove questi rapporti di lavoro
sono particolarmente diffusi. Sono inoltre diminuite le posizioni con contratto di apprendistato.
È di conseguenza aumentata l’incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale delle
attivazioni nette (all’88 per cento, dal 74 del bimestre precedente).
Nel complesso del primo semestre del 2023, l’incremento dell’occupazione alle dipendenze è
stato sospinto dalla creazione di posizioni lavorative permanenti, proseguendo una tendenza in
atto dall’inizio del 2022. Alla dinamica positiva del saldo hanno fornito un contributo crescente
(fig. 5) sia l’industria in senso stretto, dove i contratti a tempo indeterminato hanno rappresentato
la totalità dei nuovi rapporti, sia il turismo, dove tuttavia la quota di posizioni permanenti sul
totale è rimasta più contenuta (55 per cento tra gennaio e giugno). Dall’inizio del 2023 hanno
ripreso a salire le posizioni a termine, dopo la flessione della seconda metà del 2022
– Cresce meno l’occupazione femminile e nel Mezzogiorno
Nel periodo maggio-giugno, l’occupazione è aumentata relativamente meno tra le donne (fig. 6),
penalizzate in misura maggiore dall’indebolimento del commercio, e nel Mezzogiorno (fig. 7), che ha
risentito di più del rallentamento del turismo.
Nel mese di maggio alcuni territori di Emilia-Romagna, Marche e Toscana sono stati interessati
da alluvioni che hanno provocato ingenti danni alle colture e il conseguente rallentamento della
creazione di posizioni di lavoro nel settore agricolo (cfr. il riquadro: L’occupazione dipendente nei
territori del Centro Nord colpiti dall’alluvione). Non sono invece emersi segnali di indebolimento nel
complesso del settore privato non agricolo.
Fonte: Banca d’Italia