Le rimesse inviate dagli immigrati residenti in Italia rappresentano un canale economico di grande rilevanza nel contesto della cooperazione internazionale e dell’economia globale. Secondo l’Ufficio Studi di Assoesercenti, che ha elaborato i dati della Banca D’Italia, il volume complessivo delle rimesse inviate dall’Italia verso l’estero, per il periodo 2005 – 2024 ha registrato cifre significative, raggiungendo miliardi di euro e dimostrando come l’Italia continui ad essere una delle principali fonti di flussi finanziari verso i paesi di origine delle comunità straniere presenti sul territorio nazionale.
Analizzando la distribuzione per paese di destinazione delle rimesse inviate dall’Italia nel periodo 2005–2024, emerge una chiara predominanza di alcuni Stati rispetto ad altri. In cima alla classifica si posiziona la Cina, con oltre 16,8 miliardi di euro ricevuti, seguita da Romania con circa 14,3 miliardi di euro. Bangladesh e Filippine seguono a breve distanza, con rispettivamente 10,4 e 10,3 miliardi di euro. Al quinto posto troviamo il Marocco, destinatario di circa 6,9 miliardi, seguito da Senegal (5,8 miliardi), India (5,1 miliardi), Pakistan (5 miliardi), Perù (4,1 miliardi) e Sri Lanka, che chiude la top ten con 3,6 miliardi di euro. Questi dati confermano l’importanza delle comunità straniere presenti in Italia, che attraverso le rimesse sostengono in modo concreto le economie familiari e locali dei rispettivi paesi d’origine.
Tuttavia, non è solo interessante osservare i paesi destinatari, ma anche da quali territori italiani provengano in maggior misura queste rimesse. Infatti, la dimensione regionale fornisce una prospettiva ancora più chiara del fenomeno. I dati 2024 mostrano che la Lombardia si conferma la regione con il maggior volume di rimesse, con circa 1,87 miliardi di euro inviati all’estero. Al secondo posto troviamo il Lazio con 1,23 miliardi, seguito dall’Emilia Romagna con 856 milioni di euro. Subito dopo, Veneto e Toscana mostrano rispettivamente 698 e 670 milioni, mentre Campania, Piemonte, Liguria, Puglia e Sicilia completano la classifica delle prime dieci regioni. Questo quadro riflette la distribuzione delle principali comunità straniere sul territorio nazionale, in particolare nelle aree urbane e industriali dove si concentrano le opportunità lavorative.
Un focus particolare merita la Sicilia, che nel 2024 ha inviato all’estero un totale superiore ai 300 milioni di euro, distribuiti tra le sue nove province. In testa troviamo Palermo, con 78,2 milioni di euro, seguita da Catania con 63,8 milioni e Messina con 41,2 milioni. Ragusa segue con 35,9 milioni, mentre Trapani (22 milioni), Agrigento (20,9 milioni), Siracusa (19,5 milioni), Caltanissetta (7 milioni) ed Enna (2,8 milioni) completano il quadro. Questi dati raccontano una Sicilia attiva nei flussi economici internazionali, in cui le comunità straniere – in particolare bengalesi, senegalesi, marocchini e romeni – trovano impiego e riescono a generare risparmio utile a sostenere le proprie famiglie nei paesi d’origine.
Il flusso delle rimesse – sostiene il Presidente di Assoesercenti Salvo Politino – è un indicatore potente non solo dei movimenti economici, ma anche dei legami affettivi e di solidarietà tra chi vive e lavora in Italia e le proprie famiglie nei paesi di origine. È altresì un elemento che mette in luce l’integrazione economica degli immigrati e la loro capacità di generare reddito e risparmio. Dal punto di vista territoriale, le regioni del nord e del centro si distinguono per l’alto volume di rimesse, mentre quelle del sud mostrano cifre minori ma comunque significative, soprattutto in rapporto alla presenza di determinate comunità.
In conclusione, afferma Politino – le rimesse dall’Italia verso l’estero continuano a rappresentare un fenomeno economico e sociale di vasta portata, che coinvolge milioni di persone e contribuisce allo sviluppo non solo dei paesi destinatari, ma anche dei territori italiani che accolgono e offrono opportunità lavorative alle comunità straniere. Comprendere questi flussi è fondamentale per interpretare i cambiamenti sociali in atto, favorire politiche di integrazione efficaci e valorizzare il ruolo strategico delle migrazioni nei rapporti economici internazionali.